Questo post nasce dopo aver ascoltato un pensiero tratto da un’intervista fatta a Marilyn Manson qualche anno fa, nella quale il cantante ha espresso le seguenti parole: Bello o brutto, ma mai nel mezzo. Nel mezzo c’è la noia. Per parafrasare questa affermazione, Manson sostiene che l’effervescenza della vita stia negli antipodi: il su quando è tutto bello, il giù quando è tutto brutto. Il mezzo, che lui ha definito “noia”, è il nulla, l’apatia del tutto uguale, abitudinario.

Non è mistero che io sia una fan di Marilyn da anni, e questo perché sostengo la sua arte da tempo (impressiva), sostengo Linsday Warren (fotografa meravigliosa, e anche molto simpatica) e il suo personaggio che trovo decisamente in linea con gli attuali tempi.

Il mio “non so-stare” mai nel mezzo, mi ha portato inevitabilmente a voler esplorare l’invisibile (la non appartenenza a…) e a volerlo conoscere mettendo mani in pasta attraverso la conoscenza di più culture dove gli apparati invisibili paiono dare persino un senso a tutto ciò che è visibile. Nella mia arte l’invisibile fa da padrone: lo dimostrano le mie case- fantasma, i miei personaggi fuori moda, estinti; i miei colori spesso indefinibili, s-caduti in una pigmentazione a volte controversa, la mia ossessione per il vuoto (non potrei mai riempire un foglio con troppi elementi, sono per la soggettività), i miei paesaggi, luoghi dimenticati, dismessi, il dubbio che si insinua, “sono essi mai esistiti?” Gli sguardi vuoti, frammenti ossei a sostituire parte delle forme… In sostanza, del su e del giù, prediligo semplicemente l’oltre che non è terra di mezzo ma è il mezzo espressivo che accosto alla mia onestà. Ecco perché mi allontano con fare pruriginoso da tutto ciò che vuole compiacere, vuole conquistare, vuole ammaliare, vuole l’attenzione dell’occhio di massa. Per come la vedo io, che considero l’arte un bene di valore inestimabile, ciò che conta veramente, è stare il più lontano possibile dal “così fan tutti, così è per tutti”, soprattutto quando sono i numeri a farne valore. Proprio ieri, sorridendo a un lavoro di Bob Eggleton che di certo non ha bisogno di presentazioni, i cui followers superano di poco la quota dei 3000, ho avuto piacevole conferma che la minor visibilità spesso cela grandi storie e grandi talenti. Per tal ragione, i miei blog spesso interrompono il seguito abitudinario (non potrei mai), non posto con regolarità, non mi curo di statistiche e plausi che sento ingannevoli. Mi rallegra al contrario essere riconosciuta fra altri come bene da preservare di una nicchia che tengo conservata con rispettosa riservatezza. 

C’è un mondo là fuori che punta al farsi notare (spesso utilizzando mezzi molto discutibili). Di mio, resto, aldilà di tutto, se capita, quando capita, meglio ancora se di mezzo c’è un invisibile che attende il suo momento: c’est la danse macabre del mio quotidiano.

Bob Eggleton 1986, la sua prima horror cover per Lla Cantrell’s -The Manse-

15 pensieri su ““Aldilà” della normalità (a seguito del precedente post)

  1. Premettendo che, per gusti personali, MM non mi piace né per la sua personalità né per le sue canzoni, concordo sulla “noia” delle vie di mezzo.
    Ti sei descritta alla perfezione ed è anche questo, oltre al tuo lato oscuro, che mi piace di te: sei quella che sei e non lo nascondi.
    Per quanto mi riguarda vali più tu di tanti pseudopersonaggi che, inspiegabilmente, sono sulla cresta dell’onda.

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  2. …difatti seppur 8nv8l8ntaroamente e senza neppure mau essermene di mio resa conto, sono sempre stata con una mentalità al di fuori di tutto e tutti pur mantenendo rapporto serenità anche con coloro che vogliono sempre seguire l’onda ahimè, la cosa non fa proprio per me 😌

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  3. Sono d’accordo con Marilyn Manson, anche se ho un dubbio.
    Lui afferma questo come “persona” o come “personaggio”?
    Perché senza trucco lui è una persona normalissima, e magari in privato non ama affatto gli “estremi”. Per cui “dipende”.
    Tu vivi le tue passioni quotidianamente, nel suo caso io gli domanderei: “caro Brian (il suo vero nome) tu dici di amare gli estremi ma solo quando sei Marilyn, o anche nella vita di tutti i giorni, quando sei Brian?”

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